Remco Evenepoel ha definito “suicida” l’audace attacco di Tadej Pogacar, riferendosi al momento in cui lo sloveno è andato in fuga a 100 chilometri dall’arrivo per vincere il titolo di campione del mondo a Zurigo domenica scorsa.
“Sono rimasto sorpreso nel vederlo partire così presto. Normalmente è un suicidio partire da così lontano, e sembrava che non ce l’avrebbe fatta, mentre ci siamo avvicinati nella parte finale”, ha detto Evenepoel, che ha chiuso al quinto posto, puntando alla vittoria sia nella cronometro che nella gara in linea, come alle Olimpiadi di Parigi.
“La gara è esplosa negli ultimi 100 chilometri e non sono riuscito a battere i ragazzi in volata”, ha commentato il belga, riferendosi alla lotta con Mathieu van der Poel e Tom Skujins per il terzo posto.
Anche Van der Poel, ex campione, ha espresso il suo stupore: “Quando è partito, ho pensato che fosse pazzo, ma ha dimostrato che ci sbagliavamo. Ha resistito fino alla fine. È un ciclista eccezionale”. Ha anche detto che Pogacar è più forte che mai e merita il titolo.
Stefan Küng, un altro concorrente, ha sottolineato il risultato storico, paragonandolo a Eddy Merckx nel 1974 e a Stephen Roche nel 1987. “Sapevamo tutti che sarebbe andato lontano, ma non pensavamo che sarebbe arrivato fino alla fine”, ha detto.
Infine, Marc Hirschi ha commentato che sebbene tutti guardassero l’attacco, sapevano che Pogacar sarebbe esploso se avessero cercato di seguirlo. Primoz Roglic, connazionale di Pogacar, si è detto orgoglioso di far parte di questo momento storico e ha affermato che il suo compagno di squadra ha seguito incredibilmente bene il suo istinto.