L’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) ha annunciato che durante il 111° Tour de France verranno effettuati circa 600 esami del sangue e delle urine sui ciclisti, oltre a ispezioni regolari delle biciclette per individuare il doping tecnologico. L’UCI ha presentato il piano antidoping e anti-frode tecnologica per questa edizione del Tour de France, che inizierà sabato a Firenze e terminerà il 21 luglio a Nizza, con test antidoping effettuati dall’Agenzia Internazionale di Test (ITA).
Secondo il comunicato stampa dell’UCI, “con circa 600 analisi del sangue e delle urine da raccogliere durante la corsa, il periodo che precede il Tour è fondamentale anche per garantire condizioni di parità durante la corsa. L’ITA avrà quindi condotto circa 400 test fuori gara nel mese precedente l’evento”.
Alcuni dei campioni prelevati saranno conservati fino a 10 anni per eventuali nuove analisi. I ciclisti possono essere monitorati anche dopo la gara, a seconda dei dati raccolti.
I controlli antidoping possono essere effettuati in qualsiasi momento durante le tre settimane di gara. Il vincitore di tappa e la maglia gialla saranno sempre testati alla fine di ogni giornata, come da prassi.
Per combattere il doping tecnologico, tutte le biciclette saranno analizzate prima delle tappe con rilevatori magnetici. Al termine delle tappe, saranno controllate le biciclette del vincitore, dei corridori che indossano le varie maglie (gialla, a punti, mountain e giovanile), nonché di alcuni corridori scelti a caso o sospettati. Le analisi finali utilizzeranno una radiografia portatile non intrusiva e, se necessario, le biciclette potranno essere smontate.
Nell’ultima edizione del Tour sono state analizzate 997 biciclette e non sono stati rilevati casi di frode tecnologica.