Dopo aver insinuato negli ultimi giorni che nessuno lo ha mai chiamato perché, evidentemente, “le bandiere sono troppo scomode”, Totti ha espresso il suo pensiero.

Lo ha fatto in un’intervista pubblicata su Il Messaggero, dove ha affrontato tutti i temi principali dell’attualità giallorossa, dalla corsa alla Champions League alla posizione di Daniele De Rossi, passando per Dybala e Pellegrini.

Fallimento
“Considerando le spese folli che la Roma ha fatto sul mercato, deve assolutamente arrivare in Champions League. Se investiamo 100 milioni di euro e non ci arriviamo, è un fallimento totale. Anche perché, senza la Champions, De Rossi salta per primo e non arriva alla fine. Soprattutto, Daniele deve farsi rispettare, rimanere in silenzio e parlare con chi deve. Con la sua squadra, con le persone vicine a lui, con quelli che possono aiutarlo a capire i suoi errori. Daniele ha una squadra forte e valida. Spero e penso che ce la farà, perché conosce bene l’ambiente e il club”, ha esordito.

Il nuovo Mourinho
“Daniele è il paraurti. E chi ci rimette è lui. Ma, ripeto, fortunatamente è una persona che conosce tutto e tutti. Rischia di diventare il nuovo Mourinho? Sicuramente, anche se in questo momento è l’unico che può allenare la Roma. Ma torniamo al solito discorso: se c’è una società forte che presenta e parla chiaramente degli obiettivi, allora tutto va bene. In questo modo, i tifosi sanno tutto”, ha analizzato.

“Invece, adesso la colpa, se le cose non vanno bene, ricadrebbe interamente su Daniele. È quello che è successo a Mourinho, perché José ci ha messo la faccia. Ma nessuno lo ha aiutato, nessuno ha parlato. Poi è difficile affrontare sei milioni di persone. E diventa complicato, perché puoi essere chi vuoi, ma se non ottieni risultati, diventi il capro espiatorio. Ma Daniele ne è consapevole”, ha aggiunto, ricordando l’addio del tecnico portoghese ai giallorossi.

Dybala deve essere protetto
“Confermo la mia opinione, anche perché non ho mai parlato male di Paulo. Ho sempre avuto massimo rispetto e ammirazione per lui, anche perché ho sempre detto che è il giocatore più forte della Roma e deve essere protetto. Ora vedremo come lo tratteranno. Quello che è successo recentemente (il mancato trasferimento in Arabia Saudita) potrebbe essere stato un malinteso, vedremo. De Rossi è l’unico che lo vede ogni giorno e sa come gestirlo. Poi, quando sente il momento giusto, o lo fa giocare o lo lascia in panchina. Bisogna gestirlo, perché non può fare tante partite di fila. E non sono solo io a pensarlo”, ha sottolineato.

Tifosi contro il capitano Pellegrini
“Mi piace molto Lorenzo, ma ciò che conta è solo il campo. Se non esprime il suo massimo, può essere chiunque. Ultimamente non sta giocando come dovrebbe. Purtroppo questa è la realtà della situazione, Roma è una piazza particolare e le reazioni ci sono. La gente vuole l’attaccamento alla maglia, ma vuole anche che lui giochi al 100%. E lui, come capitano, ha più responsabilità degli altri. Gli consiglierei di restare o di andare via? È difficile dirlo, se hai la tifoseria contro è complicato giocare. Salire i gradoni dell’Olimpico è già abbastanza difficile di per sé”, ha concluso.