Oggi e domani, il Tour de France e l’UCI onorano il ciclismo africano, tre giorni dopo la vittoria storica di Biniam Girmay.

L’anno prossimo, i primi Campionati del Mondo su Strada UCI si terranno a Kigali, in Ruanda.
Questa mattina, otto giovani ciclisti africani supportati dal Centro Mondiale del Ciclismo dell’UCI sono stati presentati sul palco delle firme. Hanno avuto l’opportunità di incontrare alcuni dei loro idoli prima di percorrere l’ultima parte della tappa e di assistere all’arrivo dei corridori.
Domani, uno di loro aprirà la strada ai professionisti prima della tappa a cronometro su una bici Qhubeka — le stesse bici che il Tour de France ha donato a quasi 2.000 studenti africani dal 2018 per consentire loro di andare a scuola.
Una delegazione ruandese del comitato organizzatore dei Campionati del Mondo su Strada UCI 2025 sarà presente al Tour de France mentre il paese commemora il 30º anniversario della fine del genocidio nel Giorno della Liberazione.

Una 23ª squadra sulle strade del Tour

“Essere il primo vincitore di tappa africano nero è un messaggio per l’intero continente”, ha dichiarato Biniam Girmay tre giorni fa, subito dopo aver tagliato il traguardo come vincitore. Ha aggiunto sui suoi social network poco dopo: “Lasciatemi aprire la strada”.
Sulla sua scia, otto giovani ciclisti africani provenienti dai quattro angoli del continente*, supportati dall’Unione Ciclistica Internazionale (UCI), sono stati onorati oggi dal Tour de France tra Mâcon e Digione. Erano accompagnati dal coach ed ex ciclista professionista Tsgabu Grmay (Etiopia) che ha partecipato alla Grande Boucle tre volte tra il 2016 e il 2018. I ciclisti, che simbolicamente rappresentano una 23ª squadra africana considerata alla pari con le altre, sono stati presentati al pubblico del Tour alla partenza prima di avere l’opportunità di incontrare i loro idoli, in particolare i due ciclisti africani del team Intermarché-Wanty, Biniam Girmay (Eritrea), ex stagista presso il Centro Mondiale del Ciclismo (CMC) dell’UCI, e Louis Meintjes (Sudafrica). Attualmente in un campo di allenamento in Bretagna nell’ambito di un programma gestito dal CMC dell’UCI per acquisire esperienza nelle gare europee, i giovani ciclisti hanno percorso in bicicletta gli ultimi 31 chilometri della tappa prima di assistere all’arrivo dei corridori.
*Sudafrica (1), Egitto (1), Eritrea (1), Namibia (1), Ruanda (3), Tunisia (1)

Il Ruanda nei nostri pensieri

Questa giornata ricca di emozioni si è conclusa con un ricordo indimenticabile mentre i giovani ciclisti si tenevano fieramente sul podio a Digione, con le maglie gialla e arcobaleno in mano, collegando il Tour de France ai primi Campionati del Mondo su Strada UCI che si terranno sul continente africano l’anno prossimo a Kigali, in Ruanda. Questa operazione di promozione della gioventù africana si svolge il 4 luglio, Giorno della Liberazione (giorno festivo in Ruanda), che segna i 30 anni dalla fine del terribile genocidio del paese. Per l’occasione, una delegazione ufficiale, inclusa Samson Ndayishimiye, Presidente della Federazione Ciclistica Ruandese (FERWACY), è presente al Tour de France fino a domani per preparare l’organizzazione dell’evento e incontrare i team organizzatori.

Solidarietà in Africa

Domani, l’eritreo Awet Aman Goniche prolungherà l’avventura percorrendo i 25,3 chilometri della tappa a cronometro tra Nuits-Saint-Georges e Gevrey-Chambertin prima dei professionisti su una bici Qhubeka: la stessa bici che il Tour de France ha donato a quasi 2.000 studenti africani dal 2018 per consentire loro di andare a scuola. Anthony Fitzhenry, fondatore di Qhubeka, un’associazione partner del Tour dal lancio del programma “Riding into the Future” attraverso il quale l’evento si impegna per la mobilità ciclistica in tutte le sue forme, sarà anche presente per portare questo messaggio di solidarietà e incoraggiare il giovane ciclista. Non c’è dubbio che Awet, come i suoi sette amici del giorno precedente, sognerà di emulare il suo compatriota Biniam Girmay e tracciare ancora di più la strada.

David Lappartient, Presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale:

“A poco più di un anno dai primi Campionati del Mondo su Strada UCI in Africa, è fantastico vedere i giovani talenti del continente vivere l’atmosfera del Tour de France e partecipare all’evento. L’UCI e il suo Centro Mondiale del Ciclismo (CMC) hanno sviluppato una solida strategia per preparare questi giovani ciclisti ai Campionati del Mondo su Strada UCI dell’anno prossimo a Kigali, in Ruanda. Questa opportunità unica di partecipare alla 6ª tappa del Tour fornirà una motivazione aggiuntiva per questi talenti emergenti. L’UCI e il CMC dell’UCI hanno supportato i ciclisti africani per molti anni e continuano a seguire da vicino le imprese dei loro ex stagisti, come Daniel Teklehaimanot, Merhawi Kudus e, naturalmente, Biniam Girmay, vincitore pochi giorni fa della 3ª tappa, e che si è allenato con noi a Aigle, in Svizzera, nel 2019.”

Christian Prudhomme, Direttore Generale del Tour de France:

“Tre giorni fa a Torino, Biniam Girmay ha segnato la storia di un Tour de France sempre più aperto all’Africa, seguendo le orme dei ciclisti africani che hanno tracciato la strada prima di lui: Robert Hunter, Daryl Impey, Daniel Teklehaimanot e Merhawi Kudus… Da anni ci sforziamo di rafforzare il legame tra il ciclismo dei campioni e il ciclismo quotidiano. Questa sequenza africana è pienamente in linea con questa idea di ispirare i giovani che saranno i campioni di domani, permettendo allo stesso tempo a migliaia di altri di emanciparsi attraverso il ciclismo, grazie alle azioni di solidarietà che portiamo avanti in collaborazione con l’associazione Qhubeka.”