Quando John Stones ha seguito l’Euro 2016 dalla panchina senza giocare nemmeno un minuto, difficilmente avrebbe potuto immaginare che otto anni dopo avrebbe disputato la sua seconda finale consecutiva, avendo giocato tutte le partite degli ultimi quattro grandi tornei.

Tutto è cambiato per Stones nel 2016, quando ha lasciato l’Everton per il Manchester City e Gareth Southgate, che lo conosceva bene dai tempi della nazionale Under 21, ha sostituito Roy Hodgson come selezionatore dell’Inghilterra.

Fin dall’inizio, Southgate voleva costruire una squadra in grado di giocare dalla difesa, con difensori calmi in possesso della palla. Stones, al fianco di Harry Maguire, era l’ingrediente perfetto.

Con Pep Guardiola a guidarlo al City e Southgate a mostrargli piena fiducia in nazionale, che giocasse con quattro o tre difensori, Stones, ormai estremamente sicuro di sé e abile con la palla, è diventato un difensore di classe mondiale dello “stile moderno”.

Al Mondiale del 2018, la sua partnership con Maguire è stata la base della campagna inglese fino alle semifinali, contribuendo anche con due gol. All’Euro 2020, Stones ha giocato tutte e sette le partite, con l’Inghilterra che ha perso contro l’Italia ai rigori in finale.

È stato titolare in tutte le cinque partite del Mondiale 2022, culminate con una sconfitta ai quarti di finale contro la Francia, e nella finale di domenica probabilmente raggiungerà la sua 79ª presenza e il settimo match di Euro 2024, avendo giocato ogni minuto fino a ora. Non tutto è stato facile in Germania, dove Stones è stato malato e a rischio di saltare le prime partite, il che ha influenzato le sue prestazioni nella fase a gironi.

Stones ha dovuto sopportare alcune critiche sullo stile di gioco dell’Inghilterra con passaggi laterali e all’indietro, nonostante avesse una precisione del 95,5% su 521 tentativi, la migliore del torneo prima della finale. In semifinale, ha nuovamente dato il massimo, neutralizzando ripetutamente gli attacchi olandesi con la sua capacità di anticipare e le sue doti atletiche, senza lasciarsi abbattere quando aveva la palla.

A livello di club, Stones ha vinto 16 trofei con il Manchester City, ammettendo di “non sapere nulla di calcio” prima di iniziare a giocare sotto la guida di Guardiola, che ha descritto come il miglior allenatore di tutti i tempi.

La sua relazione con Southgate, lui stesso un tipo di difensore centrale abile con la palla in un’epoca in cui tale concetto era piuttosto radicale, è anche una relazione di rispetto reciproco.

Interrogato la scorsa settimana su cosa avesse imparato con il selezionatore, Stones ha risposto: “Molto. Ha cambiato la nostra cultura all’interno della squadra, il che è estremamente difficile.”

“L’umiltà che abbiamo come squadra e la mentalità vincente. È molto chiaro su ciò che vuole che raggiungiamo. Lo conosciamo come persona e sappiamo quanto lui e il suo staff tecnico abbiano lavorato duramente. Vogliamo vincere per loro, per noi, per le nostre famiglie e per tutta la nazione”, ha detto.