Il direttore del Tour de France, Christian Prudhomme, ha sottolineato la necessità di un dialogo con l’industria ciclistica per affrontare i problemi di sicurezza, soprattutto dopo una serie di gravi incidenti che hanno scosso il gruppo negli ultimi mesi. L’appello è stato lanciato durante la presentazione del percorso della Parigi-Nizza 2025 a Versailles.
Prudhomme ha sottolineato la necessità di collaborare con l’industria per ridurre i rischi del ciclismo, evidenziando che l’aumento della velocità e la crescita urbana hanno reso le corse più pericolose.
“Dobbiamo parlare con queste persone, che ovviamente vogliono contribuire affinché il ciclismo non diventi ancora più pericoloso”, ha detto.
Durante il seminario dell’Unione Ciclistica Internazionale (UCI), è stato detto che l’industria non è sufficientemente coinvolta nel dialogo sulla sicurezza. Prudhomme ritiene che i cambiamenti nelle attrezzature e nella tecnologia potrebbero essere la chiave per proteggere i ciclisti.
Negli ultimi anni, il ciclismo ha dovuto affrontare tragedie significative:
- Jonas Vingegaard e Remco Evenepoel hanno subito gravi incidenti con fratture multiple.
- La morte della giovane junior svizzera Muriel Furrer ai Campionati del Mondo di Zurigo, a settembre.
- La morte di Gino Mäder durante il Giro di Svizzera 2022.
- Questi episodi rafforzano l’urgente necessità di misure più efficaci per proteggere i ciclisti.
Tra le proposte discusse vi sono:
Miglioramento dell’equipaggiamento: Sviluppo di manubri più sicuri, utilizzo di pneumatici ad alte prestazioni e limitazioni alle discese pericolose.
Equipaggiamento innovativo: alcune squadre, come DSM, hanno introdotto maglie con maggiore capacità di protezione in caso di caduta.
Prudhomme, tuttavia, ha respinto l’idea di una “safety car” nel ciclismo, sostenendo che le attuali auto dei direttori di gara svolgono già questo ruolo fungendo da barriere quando necessario.