La tradizione e lo splendore rimangono, ma dal punto di vista sportivo, la sfida tra la Vecchia Signora e il Milan non offre molta ispirazione. Così, il secondo posto diventa un vessillo piuttosto logoro per entrambi gli allenatori da agitare alla fine della stagione ai loro dirigenti, per meritare il rinnovo della fiducia.
Massimiliano Allegri sta un po’ meglio. A differenza di Stefano Pioli, infatti, il tecnico toscano ha una finale di Coppa Italia da giocare – e vincere – contro l’Atalanta. Questo significa che la Juventus ha già garantita la qualificazione per la prossima edizione della Supercoppa italiana, che si disputerà in Arabia Saudita, a gennaio.
Un privilegio che il Milan dovrà conquistare nelle ultime cinque giornate di campionato. E la verità è che, in caso di sconfitta all’Allianz Stadium e di una vittoria del Bologna al Dall’Ara, contro l’Udinese, tutto sarebbe di nuovo in gioco.
In virtù della presenza della Juventus in finale di Coppa Italia, al Milan sarebbe sufficiente il terzo posto in campionato per ottenere il posto a Riad. Tuttavia, lo scorso fine settimana, a Roma, la squadra di Thiago Motta ha dimostrato di poter non accontentarsi del quarto posto.
È per questo motivo che, considerando il periodo poco brillante dei rossoneri, è legittimo immaginare che i Rossoblu, una volta matematicamente qualificati per la prossima Champions League, inizieranno a pensare seriamente alla Supercoppa.
È certo che, per il calcio italiano e per la sua immagine nel mondo, affrontare una sfida storica come quella tra la Vecchia Signora e il Milan in modo così spento non può essere un buon segno.
E sì, perché per club come la Juventus e il Milan, partecipare alla Supercoppa dovrebbe essere il minimo richiesto ai loro allenatori e non una questione di vita o di morte.