I rossoneri sono stati eliminati dalla Champions League a dicembre, dalla Coppa Italia a gennaio e, in campionato, è stato lo stesso Stefano Pioli a riconoscere che “la corsa per il primo posto è chiusa”. Ed è per questo che, escludendo la qualificazione per la prossima edizione della principale competizione continentale, le due sfide contro lo Slavia Praga sono due vere finali per il club italiano.

L’anno zero del AC Milan Moneyball di Gerry Cardinale è iniziato la scorsa estate, quando il fondo Red Bird ha preso in mano il club rossonero, sostituendo le intuizioni e l’esperienza di Paolo Maldini e Frederic Massara con Excel e gli algoritmi di Giorgio Furlani.

Una rivoluzione così profonda che non si può certamente emettere un giudizio definitivo dopo una stagione. Anche perché la rottura non è stata totale e, saggiamente, i nuovi proprietari hanno ritenuto opportuno continuare a contare sul professionismo di Stefano Pioli.

Tuttavia, in questo caso, la scelta è stata forzata dal fatto che non si può decidere di licenziare un allenatore che ha vinto lo Scudetto un anno prima, senza avere un’idea chiara di dove si vuole portare il club.

Detto ciò, l’impressione è che, da ora fino alla fine di maggio, molte cose dovranno cambiare a Milano affinché Pioli continui ad allenare il prossimo anno. E non c’è dubbio che una delle variabili che possono aiutarlo a conquistare il rinnovo sia proprio una vittoria in Europa League.

Altos e bassos.

E, come spesso accade in questi casi, i bassi pesano più degli alti sull’umore dei tifosi e dei dirigenti. Anche perché, in campionato, il AC Milan non è mai stato realmente in lotta per il titolo.

Lo dimostra il fatto che lo scorso fine settimana, alla vigilia della partita contro la Lazio, Pioli ha gettato la spugna: “Il campionato è chiuso. Per il primo posto sì. L’Inter sta facendo un campionato incredibile”.

Parole oneste, ma che probabilmente non saranno piaciute molto alla dirigenza e ai tifosi, considerando che marzo è appena iniziato e rinunciare a un obiettivo importante come lo Scudetto, quando la primavera non è ancora arrivata, è sempre molto doloroso.

Tutto sulla Europa League.

Tuttavia, a Milanello sono abituati a questo. A gennaio, infatti, è arrivata l’eliminazione dalla Coppa Italia, per mano dell’Atalanta, che ha eguagliato l’eliminazione dalla Champions League a dicembre.

Ed è proprio per questo motivo che la Europa League è diventata l’obiettivo principale di una AC Milan che, altrimenti, arriverebbe a giugno a mani vuote per il secondo anno consecutivo.

In queste condizioni, non è esagerato pensare che il futuro di Pioli dipenda direttamente da ciò che accadrà in Europa League.

Senza Champions, niente festa.

Con lo Scudetto apparentemente destinato ai nerazzurri dall’altra parte del Naviglio, tutto ciò che resta al AC Milan è garantirsi uno dei primi quattro posti. E sì, perché senza la Champions League, il progetto del Pássaro Vermelho subirebbe un duro colpo.

L’attuale terzo posto, con nove punti di vantaggio sul quinto classificato (attualmente la Roma), invita comunque a pensare positivo. Un fallimento su questo fronte, infatti, non è contemplato né dal club, né dall’allenatore, né dagli spogliatoi.

Obiettivo Slavia.

In questo senso, è importante non dimenticare che la Europa League, oltre a essere l’unica possibilità per il Diavolo di conquistare un trofeo quest’anno, può anche essere utile in vista della Champions League, dato che il vincitore ottiene un pass diretto per l’edizione successiva della competizione continentale più prestigiosa.

Ed è proprio per questo che lo Slavia Praga avrà di fronte un avversario pronto a tutto, perché l’obiettivo del AC Milan non sono i quarti di finale, ma la finale. O meglio, la coppa. La vecchia e cara Coppa UEFA, ribattezzata Europa League.